Quando il consumatore diventa non tanto oggetto della comunicazione ma testimone della stessa, si parla di Marketing non Convenzionale.
Questo è l’insieme di strategie di comunicazione (e di persuasione), capace di coinvolgere il consumatore, il quale non subisce la comunicazione in maniera passiva, ma partecipa direttamente al processo orientato a diffondere il prodotto o servizio.
In questo modo l’utente diventa parte attiva della strategia, ovvero veicolo diretto di un messaggio promozionale in grado di coinvolgere altri utenti. Chi pratica Marketing non Convenzionale non deve puntare solo ed esclusivamente sul prodotto, ma deve anche focalizzare l’attenzione su eventuali valori del brand che tramite il prodotto stesso vengono trasmessi.
Lo spettatore si coinvolge attraverso contenuti emozionali e in grado di suscitare partecipazione non solo attraverso un linguaggio comunicativo commerciale, ma anche psicologico.
La pubblicità, vista in ottica di Marketing non Convenzionale, non è solo un metodo per vendere commercialmente un prodotto, ma diviene una reale forma intrattenitiva che scuote lo spettatore che osserva. Il Marketing non Convenzionale agisce ottimamente grazie al passaparola, alle emozioni che si trasmettono e si trasferiscono tra utenti e tra azienda e pubblico.
Quest’ultimo deve avere capacità riflessive anche quando lo spot è terminato, quando la pagina di giornale viene voltata, quando un cartellone pubblicitario viene lasciato alle spalle. Un modo per fare Marketing non Convenzionale, ad esempio, è lo storytelling, dove il racconto di un soggetto riesce a coinvolgere emotivamente l’ascoltatore parlando di un prodotto o di un marchio.
Un sistema di Marketing non Convenzionale, all’atto pratico, riguarda ad esempio la customer satisfaction (chiedere ad un cliente un feedback su un acquisto fatto un paio di giorni prima), oppure una risposta ad un problema tecnico domandato su internet.
