Quando hardware e software vengono progettati allo scopo di lavorare insieme per poter fornire prestazioni informatiche che comportano percezioni simili a quelle tipiche dell’intelligenza umana, si parla di Intelligenza Artificiale (IA).
Questa è una disciplina vera e propria dell’informatica che ha lo scopo di consentire ad una macchina di compiere determinati processi come se fossero compiuti da un essere umano, non solo in ambito decisionale o di scelta, ma anche di valutazione.
Un classico esempio sono gli “spider” e gli algoritmi con cui Google valuta un sito internet per poi decidere il suo posizionamento: essi lavorano sempre più come una persona. Se un lettore davanti ad un articolo di un blog si annoia dopo poche righe perché lo stile di scrittura è pesante, poco brillante e difficile, la medesima sensazione la avvertirà anche Google e scarterà questo testo.
Non bisogna pensare all’intelligenza artificiale come qualcosa legato al futuro o alle automobili con guida autonoma, ma piuttosto a qualche cosa di più presente e reale nella vita moderna.
Per banale che possa essere, anche un sensore di prossimità potrebbe essere considerato un elemento dotato di intelligenza artificiale: il sensore stesso percepisce la presenza dell’uomo, ne coglie un movimento e si attiva per compiere una determinata operazione (ad esempio far comparire un menù su un display touch screen). La storia porta a dire che l’Intelligenza Artificiale è nata a metà del Novecento, sebbene in accezione differente rispetto a quella presente oggi, seguendo l’evoluzione della tecnologia e dello sviluppo dell’informatica.
Chi utilizza l’Intelligenza Artificiale lo fa cercando in questa tecnologia delle risposte non solo logiche, ma risolutive. Ecco perché le funzioni IA sono in grado non solo di scegliere, ma anche di risolvere dei problemi in modo quanto più oggettivo possibile.
