Gli Emoji (o le Emoji) sono immagini di piccole dimensioni, che hanno il compito di trasferire una determinata emozione umana.
Essi sono stati creati dal giapponese Shigetaka Kurita nel 1990, il quale avrebbe progettato una piccola grafica che sarebbe stata in grado di esprimere più coinvolgimento emotivo nella scrittura di un messaggio, aggiungendo una Emoji al testo.
L’esito è stato un insieme di mini faccine, molto più semplici e stilizzate rispetto a quelle di oggi, con anche colori molto diversi. Gli emoji, tuttavia, avevano diversi significati: il celebre pollice in su per dire ok, la faccina felice, triste, pensierosa, arrabbiata e così via.
Le Emoji non sono da confondere con le emoticons, le quali sono più statiche, più stilizzate e meno accattivanti. Naturalmente, le Emoji sono diventate le vere protagoniste dei social, soprattutto di Whatspapp o di Hangout, per arricchire i messaggi o per esprimere, semplicemente con una piccola immagine, un consenso, un disappunto, un’emozione.
Lo scopo delle Emoji è principalmente quello di fornire al dialogo, rigorosamente in forma scritta, una parte di “umanità” che il sistema delle chat (o dei social) sicuramente ha tolto.
Non si arriverà certo alla forma emozionale che prevede il contatto diretto (ad esempio due persone amiche che si incontrano di persona dopo che non si vedono da molto tempo), ma grazie alle Emoji si riesce comunque a trasmettere un desiderio di emozionalità.
Ormai anche Facebook, Instagram e qualsiasi altro social di messaggistica ha adottato la praticità delle Emoji, per rispondere ad altri utenti in modo diretto, veloce e soprattutto simpatico. A volte c’è anche la possibilità di creare Emoji personalizzate che rappresentano una persona o un sentimento.
