Si parla di conversione in ambito marketing quando si verifica la transizione di un utente da semplice lettore a cliente reale, ovvero da cliente potenziale a cliente reale.
In realtà vi sono diversi passaggi che possono trovarsi inseriti all’interno di tale “salto”. Ecco quali: da semplice lettore a interessato, da interessato a cliente potenziale, da cliente potenziale a cliente reale (compratore), da cliente reale (occasionale) a cliente fidelizzato (che acquista con costanza).
Solitamente il concetto di Conversione viene generalizzato da cliente potenziale a cliente reale e non è nemmeno totalmente errato.
Per come è il mondo moderno del business è più facile pensare alla Conversione proprio definendola in maniera semplificata per il solo fatto che il passaggio da qualsiasi condizione di un utente a quella di compratore porta fatturato e quindi risulta essere una variabile misurabile, tangibile.
Una seconda corrente di pensiero, forse più attuale, definisce Conversione qualsiasi azione che un utente, giunto in un sito internet, compie riuscendo a fare proprio ciò che il sito vorrebbe che facesse. Esempio: una call to action con scritto “Clicca qui se vuoi ottenere maggiori informazioni” è un palese invito all’utente a cliccare.
Qualora il lettore lo facesse si parlerebbe di conversione, indipendentemente dal seguito.
La Conversione, indipendentemente dal significato che le si vuole attribuire, contestualizzato anche in base all’obiettivo prefissato, va a braccetto con il Tasso di Conversione o Convention Rate. I due concetti sono strettamente correlati e la comprensione dell’uno da un senso all’altro.