Nei social network, nei blog, nei forum internet, bloccare un account o un profilo di una persona significa impedirgli di poter commentare, interagire o rispondere ai post.
Il blocco corrisponde a una modalità che ha appunto la capacità di chiudere la comunicazione con un altro utente, impedendo che esso possa nuovamente comunicare con l’account che si è avvalso del blocco. Se si blocca un amico su Facebook, ad esempio, quella persona non sarà più nella lista di amici e soprattutto visibile e non se ne vedranno gli interventi.
Tutti i commenti e i tag dell’utente bloccato sono disattivati e lo saranno indipendentemente dal mezzo utilizzato per gestire il profilo (computer, tablet, smartphone)
Oggi, anche altri social importanti come Instagram e Whatsapp hanno la capacità di bloccare dei nomi utente oppure dei numeri sconosciuti con i quali non si vuole avere nulla a che fare (spam, contenuti non appropriati, atteggiamenti poco etici o maleducati).
Questa modalità social è spesso utilizzata anche nei gruppi delle chat, poiché una o più persone che potrebbero aver avuto delle diatribe tra loro, possono “bannarsi” a vicenda, attraverso il blocco del numero o dell’account. Interessante è stato il caso del “blocco” che Twitter ha esercitato sul profilo del precedente presidente americano Donald Trump.
Il suo profilo è stato bannato e cancellato da tutti i social condivisi a causa delle sue prese di posizione dal punto di vista politico, soprattutto contro l’odierno presidente Joe Biden durante la fase di riconoscimento della sua stessa vittoria elettorale.
I social, in questo caso, hanno avuto la volontà e il potere di bloccare un profilo. Ma ovviamente tale possibilità non è solo riservata alle aziende che gestiscono blog, siti o social, ma anche a singoli profili.