Nell’ambito della comunicazione, il termine Advocacy indica tutte quelle attività il cui scopo è agevolare la sensibilizzazione dell’opinione pubblica verso un tema importante, orientandone il pensiero in maniera positiva e a sostegno della causa.
Solitamente si intende Advocacy verso un tema generale, spesso controverso e delicato. Si parla infatti di Advocacy Adversiting per indicare una campagna di sostegno il cui obiettivo è il sostegno di un punto di vista nei confronti di una certa argomentazione, cercando di accrescerne il consenso.
Esempio: una campagna di sensibilizzazione nei confronti della prevenzione delle malattie tumorali è sostenuta da una Advocacy Adversiting Strategy, ovvero da pubblicità che spingono le persone ad avere un parere favorevole a effettuare visite mediche di controllo in ottica di prevenzione dei tumori. In realtà la Advocacy si pone come una forma comunicativa che esula dai contenuti commerciali e che tende a sovrapporsi a quelle che sono le pubblicità sociali o di pubblica utilità (tipo pubblicità progresso).
Pur utilizzando tutti i sistemi canonici della classica pubblicità commerciale, il messaggio finale non vuole promuovere l’acquisto di un prodotto o di un servizio, ma un messaggio che ha altri scopi, cercando di catalizzare un ampio consenso dell’opinione pubblica relativamente al messaggio (e al tema) trattato.
Solitamente l’impiego di questa tecnica pubblicitaria di Advocacy avviene riguardante temi collettivamente interessanti e condivisibili, ma anche su questioni sociali particolarmente difficili da gestire e da trattare (ad esempio il tema del razzismo, dell’aborto, della pena di morte, l’uso delle pellicce animali).
Pur non essendo la Advocacy uguale alla pubblicità sociale, è anche vero che il confine è tracciato da una linea molto sottile, spesso lasciata volutamente tale per poter meglio “giocare” sui contenuti e sui mezzi di comunicazione.
